E’ utilizzata da tempo per il trattamento delle patologie a carico dei tessuti molli e delle ossa
La terapia si è rivelata di grande interesse nella patologia muscolo-scheletrica in tre specifici ambiti di intervento:
- Nel ripristino dei processi di riparazione ossea ove si registri un ritardo di consolidazione o una evidente pseudoartrosi; tali situazioni sono relativamente frequenti nelle fratture di tibia o di femore, nelle fratture ulnari e soprattutto a carico dello scafoide carpale.
- Nel caso di esiti fibrotici e/o calcifici delle lesioni muscolari, quali strappi e lesioni da schiacciamento o da taglio; in tutte quelle situazioni in cui si verifica un versamento ematico è facile la formazione di raccolte inframuscolari che possono organizzarsi e risolversi con un residuo cicatriziale e/o calcifico di difficile trattamento.
- Nelle patologie tendinee o nelle patologie da sovraccarico, in particolare nelle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie, con una chiara e circoscritta localizzazione anatomo-funzionale; ad esempio nelle classiche epicondiliti, nelle sofferenze del tendine d’achille, nella tendinopatia calcifica di spalla, nelle fasciti plantari associate o meno a spina calcaneale.